Gonzalo Álvarez García
Caro Enzo,
ho ricevuto le fotografie dell’opera che hai realizzato per la città di Collegno. Ti ringrazio. Deve essere una scultura molto bella se persino in fotografia conserva tanta capacità di colloquiare con chi la guarda. Questa è la prerogativa delle vere opere d’arte. E l’aver ricevuto il dono prezioso di rendere viva la materia apparentemente inerte è il tuo segreto d’artista. Non so se perché sai trasmetterle il tuo spirito o perché hai il potere di liberare l’anima che dorme in fondo alla natura.
La tua scultura ha la sobria nobiltà delle grandi opere classiche e il segreto della maieutica che aleggiava nella parola socratica. Starà benissimo nella Piazza della Memoria della città di Collegno. Forse a colloquio con Lei qualcuno sarà in grado di ritrovare la verità del passato e di non smarrire la strada del futuro.
È bellissima la testa di donna che si specchia nello specchio concavo del tempo. All’inizio di questo sciagurato terzo millennio, con gli dei della guerra che tornano a tuonare barbaramente, è bene ricordare che la nostra civiltà cominciò quattromilacinquecento anni avanti Cristo con il culto della Grande Madre, Dea della Fecondità e della Pace. E cominciò proprio in quei paesi che oggi sono considerati “patria del Male”.
Mi auguro che, grazie anche alla tua scultura, la Piazza della Memoria di Collegno possa diventare la Piazza della Memoria del mondo intero.
Tuo
Gonzalo Álvarez García
Palermo 2003