Renato Guttuso
Sicilia 1971?
Non a prima vista, ma attraverso una indagine che sorpassi il piacere della contemplazione formale, emerge la motivazione di queste quattro belle lastre di Sciavolino: La Sicilia, annunziata nel titolo (e la data, 1971).
Già nell’autore c’è il dubbio che questo strano album possa avere con la Sicilia un rapporto difficilmente afferrabile. Infatti: l’emblema è il cardo (che torna in due delle incisioni)? O la pistola? O la figura-manichino? O non si dovrà piuttosto ricuperarla, questa Sicilia, nei volti (fotografia di una famiglia ritrovata durante una rimpatriata)? Capisco meno la presenza del personaggio che assomiglia a Sartre, e il suo colloquiare con la figura manichino. A me sembra che un nesso, indiretto e sottile, ci sia.
Ma forse tutto questo discorso è vano. Resta il senso dei misteriosi e segreti rapporti che Sciavolino ha con l’immagine; un “senso” che finisce per prevaricare tentazioni formaliste o intellettualistiche, un “senso” il cui significato è chiaro per un siciliano come me che sono nato a Bagheria, abbastanza vicino al paese di Sciavolino, Valledolmo, dove andavo, ragazzo a veder passare le Bugatti e le Alfa della Targa Florio.
Velate 1971