Nota biografica
Enzo Sciavolino è nato a Valledolmo (Palermo) nel 1937. Vive e lavora a Rivoli (Torino). Emigra a Torino a 16 anni, frequenta il Liceo Artistico, dove conosce Sandro Cherchi (Gruppo Corrente) che lo appassiona alla scultura.
Nel 1957-1958-1959 presenta in collettive le sue prime ricerche. Pur incontrando successo di critica con la sua prima personale alla Galleria Caver di Torino nel 1959, decide di fare nuove esperienze e si reca a Parigi, dove soggiorna a lungo per tornare poi in Italia e frequentare a Torino ambienti culturalmente impegnati e insegnare prima alla Scuola Media Statale e poi al Liceo Artistico di Torino.
Nel 1965 espone in una mostra personale alla Galleria “Il Punto” il ciclo di sculture e di incisioni Uno spazio per vivere sulla violenta condizione umana, suscitando clamore e forte attenzione da parte della critica d’arte. Nel 1965 realizza il Monumento alla Resistenza per il Parco del Circolo “Da Giau” a Torino. Nel 1969 il Teatro Stabile di Torino gli commissiona le scenografie per Cavalleria rusticana di Giovanni Verga e per Eh? di Henry Livings, messe in scena dalla compagnia di Rino Sudano.
Dal 1971 al 1975 espone in mostre personali a Torino, Roma, Arezzo, Orleans il ciclo di sculture e incisioni But cruel are the times. «…Dal sogno luminoso dell’immaginazione al potere al risveglio sulfureo della lotta armata, furono anni crudeli… Crudele lo fu, quel tempo, perché lasciò germogliare la grande illusione generazionale, non meno che per lo spazio del disincanto scandito dagli scoppi neri di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia, del treno “Italicus”, e da quelli rossi degli attentati e delle uccisioni siglate BR» (Nicola Micieli).
Dal 1973 al 1976 realizza La Questione, sulla irrisolta “Questione meridionale”, scultura in bronzo «di ampia concezione per impianto e impegno sociale» (Nicola Micieli), ad essa il filosofo Louis Althusser dedica questo pensiero: «Pour provoquer l’immobile à sa vérité: le mouvement qui change tout». È dialogando con Althusser e ancor più con Pierre Klossowski, affascinante e suggestiva figura di scrittore e pittore, sull’utopia rivoluzionaria, che nasce in Sciavolino l’idea di un viaggio attraverso l’acqua, il sangue, il legno, il metallo, il marmo, il corpo, la cenere dell’illusione degli anni Settanta tra Che Guevara e Pasolini in fiore.
Tra il 1977 e il 1981 prende così corpo e, come in un diario, si substanziano in opere il Discorso sui materiali del far scultura per interposto Marat, una quindicina di sculture in vari materiali, e Marat maman, libro-diario che rivela con testi, anagrammi, incisioni e fotografie il processo creativo delle sculture del ciclo. Queste opere le esporrà: nel 1981 nella mostra Le Maschere di Marat organizzata dall’Assessorato alla Cultura di Torino, sotto l’egida della Biennale di Venezia, presso l’Unione Culturale di Torino; nel 1986 in una personale titolata A chacun son Marat nel Palazzo dell’Unesco a Parigi.
Seguono i cicli: Il tempo e la memoria o della perdita dell’infanzia (1982-1986); Frammenti e colori in marmo (1987-1992); Incontenibile leggerezza (1993-1998); Il circo degli angeli (1999-2007).
Dal 1970 si dedica anche all’utilizzo di tecniche orafe, applicandole alla creazione di gioielli e di mini-sculture in oro e argento.
Nel 1993 tiene una grande antologica nel Chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta. Nel 1997 espone al Castello Malgrà di Rivarolo Canavese (Torino) le 40 sculture dell’antologica – curata da Mario Serenellini – Corpi aperti. Scultura andata e ritorno, dove compaiono altresì 40 fotografie di Elsa Mezzano.
Nel 1997 esce presso Bandecchi & Vivaldi Editore, Pontedera, la monografia Sciavolino scultore. Quarant’anni di lucida passione, curata da Nicola Micieli, con prefazione di Tahar Ben Jelloun. Nel testo introduttivo lo scrittore Tahar Ben Jelloun rileva l’affinità poetica che lo avvicina all’artista, l’identità di vedute nei riguardi dell’arte scultorea e il grande apprezzamento nei confronti della sua «scommessa di una scultura di ricerca vulcanica», che in questi ultimi anni ha raggiunto una totale leggerezza, frutto di una sempre maggiore padronanza dei propri mezzi espressivi.
Nel 1998-1999 realizza due sculture di grandi dimensioni: Marea in marmo e bronzo – Parco di Scultura Contemporanea, Ostellato, Ferrara – e Canneto. Monumento al Territorio in bronzo, per l’area industriale Sipro in San Giovanni di Ostellato, Ferrara. Nel 1999 la città di Rivoli gli dedica l’antologica, a cura di Alfonso Panzetta, Enzo Sciavolino/Dall’impegno alla poesia con assoluta coerenza, con oltre 50 opere dal 1960 al 1998.
Dal 1998 al 2000 realizza Nel cerchio della mia vita, opera di sei metri per quattro in marmo Bianco e Bardiglio Nuvolato delle Cave Michelangelo di Carrara, per la Città di Collegno che la colloca nel Parco della Memoria. Nel 2002-2004 lavora alla realizzazione della fontana monumentale alta sette metri in marmo e bronzo L’Albero della Pace, ora allocata nella Piazza Martiri della Libertà della Città di Rivoli.
Nel 2008 l’intera sua vicenda di scultore è stata ricostruita nella grande mostra antologica Enzo Sciavolino. Cinquant’anni di scultura. Opere 1957-2007, alla Cavallerizza Reale di Torino curata da Nicola Micieli e voluta dalla Regione Piemonte per festeggiare i settanta anni dell’artista.
Analogamente nel 2015 la sua attività di incisore è riunita in Enzo Sciavolino. Opera incisa 1963-2014. Catalogo generale delle incisioni, a cura di Nicola Micieli, Centro Toscano Edizioni, Santa Croce sull’Arno (Pisa) e nella mostra antologica a cura di Angelo Mistrangelo Il segno, la storia, il mito allestita dalla Città di Rivoli al Museo Casa del Conte Verde.
Dal 1963 la sua attenzione è rivolta parallelamente all’arte incisoria con una produzione di oltre 200 lastre. Ha raccolto in cartelle o libri: A Madrid e in altre parti, 5 incisioni di Enzo Sciavolino, 3 poesie di Alberto Tomiolo (Il Punto 1965); I canali di Marte, libro di 20 acqueforti e poema di Piero Amerio direttamente inciso sulle lastre, prefazione di Antonio Del Guercio (1969); Sicilia 1971?, cartella di 4 acqueforti, testi di Antonio Del Guercio e Renato Guttuso e una poesia di Ignazio Buttitta (Loi 1971); Nature morte, 5 incisioni con testo di Piero Amerio (Loi 1971); Marat maman, libro di 33 acqueforti, testo-intervista di Mario Serenellini, foto di Elsa Mezzano (1978-1979); Poema popolare, libro di 10 incisioni, 46 sonetti di Maurizio Pallante, testi di Maurizio Ferrara e Mario De Micheli (1981); La faccia doppia dell’anima, 2 incisioni di Enzo Sciavolino, testo di Vinny Scorsone (Italcementi 2004); L’avvoltoio, 1 incisione di Enzo Sciavolino, (Maison Musique 2006); Il Tempo. Frammenti di un non-diario quasi crudele. Stampato in tiratura limitata di 50 copie firmate dall’autore, è un libro d’arte (quasi un diario) iniziato nel 1964 e portato a termine nel 2012. Contiene una personalissima raccolta di testi poetici e letterari di 105 autori in libera connessione alle immagini di 155 sculture e delle 35 incisioni da Enzo Sciavolino appositamente eseguite all’acquaforte e all’acquatinta, raccolte in un cofanetto allegato a 15 copie del volume, numerate da I a XV e firmate dall’autore.
Negli anni significativi per la sua vita e per la sua arte sono stati i rapporti d’amicizia e collaborazione con Louis Althusser, Piero Amerio, Tahar Ben Jelloun, Bruna Bertolo, Nevio Boni, Ignazio Buttitta, Renato Guttuso, Pierre Klossowski, Carlo Levi, Giovanna Marini, Nicola Micieli, Maurizio Pallante, Pier Paolo Pasolini, Younis Tawfik, Alberto Tomiolo, Egi Volterrani.
I suoi materiali sono: bronzo, acciaio, legno, marmo, argento, oro, terracotta, plexiglas. Ha tenuto oltre 50 mostre personali in Italia e all’estero. Ha partecipato a numerose ed importanti rassegne d’Arte in Italia e all’Estero come la Quadriennale di Roma, la Biennale del Bronzetto di Padova, la Biennale di Carrara, la Biennale di Milano, la Biennale della Grafica di Berlino.
Sue opere figurano in musei e in collezioni pubbliche e private.